EREMI ABBAZIE e Monasteri
San Girolamo e Pascilupo
La Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona trae le sue origini da Paolo (Tommaso) Giustiniani che dopo aver cercato il silenzio nell’Eremo di Camaldoli (Arezzo), divenendone il padre maggiore nel 1516, dette vita con il consenso di papa Leone X alla Congregazione degli Eremiti di San Romualdo dell’Ordine Camaldolese (1520).
Il nuovo Istituto è sempre stato relativamente piccolo: nella metà del secolo diciottesimo, periodo della sua massima espansione, contava trenta eremi e circa 550 religiosi.
L’Eremo di Monte Corona, da cui viene il nome all’istituto, dovette essere abbandonato a causa delle sopressioni statali del 1861. Attualmente la casa generalizia, residenza del Padre Maggiore, è al Sacro Eremo Tuscolano a Monteporzio Catone, vicino a Frascati.
In Italia sono aperti altri due eremi coronesi: la Ss. Annunziata di Monte Rua (PD) nei Colli Euganei, San Girolamo di Pascelupo (PG) nell’Appennino umbro-marchigiano. Altre case della congregazione si trovano in Polonia (due eremi: Morte Argentino-Bielany vicino a Cracovia e, più a nord, l’Eremo dei Cinque Martiri a Kazimierz Biskupi), in Spagna a Miranda de Ebro, negli Stati Uniti a Bloomingdale (Ohio), in Colombia a Santa Rosa de Osos (Antiquia) e da alcuni anni anche in Venezuela a Pregonero Estado Tachira.
I camaldolesi coronesi seguono la Regola di san Benedetto in quanto compatibile con la forma di vita eremitica e gli insegnamenti di Paolo Giustiniani (+ 1528) che hanno inteso rafforzare ed espandere l’eremitismo romualdino camaldolese.
L’istituzione eremitica coronese, assumendo sia elementi essenziali del cenobitismo – la regola, l’obbedienza, la vita fraterna -, sia quelli dell’anacoretismo – la separazione dal mondo, il silenzio, la custodia della cella -, appare un’armoniosa fusione dell’uno e dell’altro genere di vita. Se la liturgia delle ore viene celebrata insieme, con semplicità eremitica, in chiesa nelle varie ore canoniche, gli eremiti prendono i pasti nelle loro celle solitarie e solo in occasione della grandi feste nel refettorio comune. Tutti i membri della comunità partecipano sia all’ufficio corale che al lavoro manuale, tutti vivono in celle separate dallo spazio degli orticelli.
Gli eremiti coronesi con la loro solitudine e ascesi desiderano accogliere e corrispondere all’immenso amore di Dio che si è manifestato nel mistero della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. Con la loro vita testimoniano ancora oggi come sia possibile all’umanità una storia di amicizia con il Signore.
Il nuovo Istituto è sempre stato relativamente piccolo: nella metà del secolo diciottesimo, periodo della sua massima espansione, contava trenta eremi e circa 550 religiosi.
L’Eremo di Monte Corona, da cui viene il nome all’istituto, dovette essere abbandonato a causa delle sopressioni statali del 1861. Attualmente la casa generalizia, residenza del Padre Maggiore, è al Sacro Eremo Tuscolano a Monteporzio Catone, vicino a Frascati.
In Italia sono aperti altri due eremi coronesi: la Ss. Annunziata di Monte Rua (PD) nei Colli Euganei, San Girolamo di Pascelupo (PG) nell’Appennino umbro-marchigiano. Altre case della congregazione si trovano in Polonia (due eremi: Morte Argentino-Bielany vicino a Cracovia e, più a nord, l’Eremo dei Cinque Martiri a Kazimierz Biskupi), in Spagna a Miranda de Ebro, negli Stati Uniti a Bloomingdale (Ohio), in Colombia a Santa Rosa de Osos (Antiquia) e da alcuni anni anche in Venezuela a Pregonero Estado Tachira.
I camaldolesi coronesi seguono la Regola di san Benedetto in quanto compatibile con la forma di vita eremitica e gli insegnamenti di Paolo Giustiniani (+ 1528) che hanno inteso rafforzare ed espandere l’eremitismo romualdino camaldolese.
L’istituzione eremitica coronese, assumendo sia elementi essenziali del cenobitismo – la regola, l’obbedienza, la vita fraterna -, sia quelli dell’anacoretismo – la separazione dal mondo, il silenzio, la custodia della cella -, appare un’armoniosa fusione dell’uno e dell’altro genere di vita. Se la liturgia delle ore viene celebrata insieme, con semplicità eremitica, in chiesa nelle varie ore canoniche, gli eremiti prendono i pasti nelle loro celle solitarie e solo in occasione della grandi feste nel refettorio comune. Tutti i membri della comunità partecipano sia all’ufficio corale che al lavoro manuale, tutti vivono in celle separate dallo spazio degli orticelli.
Gli eremiti coronesi con la loro solitudine e ascesi desiderano accogliere e corrispondere all’immenso amore di Dio che si è manifestato nel mistero della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. Con la loro vita testimoniano ancora oggi come sia possibile all’umanità una storia di amicizia con il Signore.
Fai clic qui per effettuare modifiche.