VALLEREMITA
Valleremita si trova a7 Km. e mezzo dal capoluogo. La chiesa parrocchiale è dedicata alla Trasfigurazione del SS.Salvatore. Dal 1987 è sede dell'AulaVerde che da dietro la chiesa sale verso l'erremo. La valle a fianco ospita un
Valleremita dal Monte Puro.
Eremo di Santa Maria in Valdisasso.
In una piccola valle tra e il monte Puro e il monte Rogedano appena sopra l'abitato di Valleremita, da cui la frazione prende il nome, è situato l'eremo di S. Maria di Valdisasso (Valle Saxa o Vallis Saxi). Originariamente era un castello (VII-XI secolo) di proprietà del feudatario Alberto dei Sassi, poi trasformato in monastero dal titolo S. Maria Vallis Saxe e abitato da monache benedettine (IX-X secolo). Viene menzionata nella bolla di Adriano IV del 1157 , a tale data per motivi di sicurezza le monache avrebbero abbandonato pertrasferisi fuori la porta del Piano. Vi furono ospiti, probabilmente nel viaggio del 1209, San Francesco d'Assisi accompagnato da Fra Egidio, S.Bernardino da Siena nel 1433, S.Giovanni da Capestrano nel 1450, S.Giacomo della Marca nel 1456.Negli anni passati era ancora visibile, nelle stanze purtroppo oggi demolite, dove dimorarono S.Bernardino e S.Giacomo le scritte:"Hic Bernardinus,almus stupor Observantiae, habitavit" (Qui Bernardino, fulgida stella dell’Osservanza, abitò) e " Hic, Picenorum gloria, sertum paupertatis,Jacobus habitavit" (Quì,Giacomo, gloria dei Piceni, tesoro di povertà,abitò). Succesivamente il passaggio di S.Francesco e i suoi discepoli fra Egidio, Simone, Masseo e Ruffino, l'eremo fù abitato per trenta anni dai frati minori locali. A seguito del trasferimento di alcuni di loro nell’eremo vi rimasero pochi frati. L'eremo fu acquistato da Chiavello Chiavelli per 172 ducati d’oro nel 1406. Fù concesso ai Frati Minori e Chiavelli fece ritornare l'eremo ad un grande splendore, realizzando molti lavori d’ampliamento e restauro. Altri ospiti furono: il Beato Francesco della Libera, il Beato Marco da Montegallo, il Beato Antonio Puro e il Beato Pietro da Mogliano. Durante il ripristino dell’eremo, il Nobile Chiavelli, commissionò al pittore Gentile da Fabriano di dipingere il Polittico della Romita" rappresentante l’incoronazione della Vergine con i santi S. Girolamo, S. Francesco, S. Domenico e S. Maria Maddalena. Fù razziato dalle truppe Napoleoniche e il 24 settembre del 1811 l'opera fu trasferita a Milano nella costituenda Pinacoteca di Brera. I Frati Minori vi ritornarono nel 1816 e il 3 Gennaio 1861 Valdisasso è soppresso con decreto del Regio commissario per le Marche ma viene dato ai frati la possibilità di restare. Il 28 agosto 1865 furono espulsi definitivamente dall'eremo in seguito all'accusa di aver ospitato alcuni retinenti alla leva militare, i frati espulsi si trasferiscono a santa Caterina di Fabriano. L’abitato abbandonato cominciò la sua inevitabile rovina. Nel 1965 fu ceduto dal demanio ai Religiosi che iniziarono i lavori per salvare le strutture rimaste. La piccola chiesa dell’eremo è tipica del 1200; ristrutturata completamente nel XV secolo si può ancora ammirare il bellissimo soffitto con le volte a crociera.Sopra l'altare è stata posta una copia del Polittico". Il resto dello stabile è di linea architettonica del '400, anch'esso restaurato, si amalgama perfettamente con l'ambiente circostante creando un forte clima mistico tipicamente Francescano (241).
Attualmente Marzo 2011 sono stati avviati i lavori per un restauro totale a cura della Regione Marche anche se qualcuno contesta un possibile stravolgimento dell'opera rimasta ancora in piedi. 2016 i lavoro sono completati e già 9 frati vi dimorano sotto la guida di Padre Ferdinando Campana Ministro Provinciale dei Frati Minori delle Marche. Per fortuna il primo progetto di restauro contestato da moltissimi privati e associazioni ( Italia Nostra , CAi etc:) è stato abbandonato e ricalcando i perimetri originali le altezze e i materiali usati, abbandonato il terrazzone che si voleva creare cambiandolo con copertura con i coppi come in origine l'opera finita è soddisfacente.
Attualmente Marzo 2011 sono stati avviati i lavori per un restauro totale a cura della Regione Marche anche se qualcuno contesta un possibile stravolgimento dell'opera rimasta ancora in piedi. 2016 i lavoro sono completati e già 9 frati vi dimorano sotto la guida di Padre Ferdinando Campana Ministro Provinciale dei Frati Minori delle Marche. Per fortuna il primo progetto di restauro contestato da moltissimi privati e associazioni ( Italia Nostra , CAi etc:) è stato abbandonato e ricalcando i perimetri originali le altezze e i materiali usati, abbandonato il terrazzone che si voleva creare cambiandolo con copertura con i coppi come in origine l'opera finita è soddisfacente.
Vista da Monte Fano "Eremo San Silvestro"
Dai poggi del Monte Rogedano tra gli alberi. Gen. 2016
Febbraio 2016 dal Monte Puro
Foto prima dei Restauri
San Francesco in Vallevite.
Nella stretta Vallevite che si percorre per arrivare a Valleremita dal bivio della statale, vicino alla località Camporege, è ubicata la piccola chiesa di San Francesco, con tracce romanico-gotiche, anticamente era dedicata prima alla SS. Trinità e successivamente a S. Leonardo. Ai primi del ‘900, per ricordare il miracolo che compi San Francesco nel vicino campo, venne restaurata e dedicata a San Francesco. Il poverello di Assisi, mentre si stava recando all’Eremo di Valdisasso, chiese ad un contadino che stava arando il suo terreno di indicargli quale direzione prendere per raggiungerlo. L'agricoltore, benché indaffarato preoccupato che prendesse una direzione errata, lo accompagno fino alla Romita; al ritorno arrivato sul terreno per riprendere il lavoro interrotto, con grande stupore vide che il campo era completamente arato e i buoi che aveva lasciato attaccati all'aratro erano riposati come se non avessero fatto loro il duro lavoro. Questo campo di proprietà della curia viene chiamato dai paesani di Valleremita campo del miracolo o di San Francesco. Qui furono traslate nel 1929 le urne con i resti di Chiavello Chiavelli che mori a Venezia il 7 Agosto 1412 e della moglie Lagia ( altre volte nominata Livia fù una poetessa), erano state portate via dall'eremo di Val DI Sasso pericolante per poi tornare negli anni 60' nella attuale sede definitiva della chiesa dove erano dell'eremo di Santa Maria in Valdisasso.
Chiavello Chiavelli era morto a Venezia, precisamente il 7 agosto 1412, mentre si trovava colà in veste di capitano al soldo della Serenissima. In punto di morte avrebbe disposto di essere seppellito all'Eremita de' zoccolanti. Secondo il Wadding, che non cita alcuna fonte, esecutrice di questa volontà sarebbe stata la moglie Lagia, che due anni dopo la morte avrebbe curato il rientro in patria delle spoglie. Altri ritengono invece che il Chiavello scelse l'Eremo Valdisasso perché vi riposava già la sposa morta nel 1410.
Chiavello Chiavelli era morto a Venezia, precisamente il 7 agosto 1412, mentre si trovava colà in veste di capitano al soldo della Serenissima. In punto di morte avrebbe disposto di essere seppellito all'Eremita de' zoccolanti. Secondo il Wadding, che non cita alcuna fonte, esecutrice di questa volontà sarebbe stata la moglie Lagia, che due anni dopo la morte avrebbe curato il rientro in patria delle spoglie. Altri ritengono invece che il Chiavello scelse l'Eremo Valdisasso perché vi riposava già la sposa morta nel 1410.
Aula verde Valleremita.
CEA Centro di Educazione Ambientale..
https://aulaverdevalleremita.weebly.com/informazioni.html