SEFRO
ABITANTI 446 - SUPERFICIE 10,50 KMQ
Vicino a Sefro, il casuale rinvenimento di un’antica miniera di ferro, nel 2009 per opera degli speleologi dell’ALVAP, riscopre l’ipotesi di frequentazioni fenice della valle dello Scarzito. Intorno al 700 a.C., i fenici si sarebbero avventurati nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano per approvvigionarsi di minerali ferrosi, chiamando la località “Sefer” (che in lingua semitica significa “iscrizione”, luogo nel quale si segnalava la miniera). L'origine di Sefro può risalire all'VIII secolo. Sefro si costituisce comune nel 1240, parte del distretto di Camerino. Sotto la signoria dei Varano venne costruito il castello, del quale rimangono alcuni resti. Sin dal 1423 i popolani di Sefro redigono i propri Statuti, sono attualmente conservati presso l'Archivio di Stato di Macerata. L'economia era costituita come le vallate attigue dalla pastorizia, dall'agricoltura e dal commercio di carbone. Oggi, oltre alle attività silvo-pastorali, ha nell'allevamento delle trote un ruolo di primaria importanza oltre all'attività turistica. Il comune è molto piccolo composto di poco più di 400 abitanti Sefro è composto oltre al capoluogo, anche delle frazioni di Sorti e Agolla. È situato a 502 m s.l.m. in una stretta valle attraversata dal fiume scarzito tra i monti Cesito (1.010 m), Linguaro (1.390 m) e Vermenone (1.364 m). Lo Scarzito (ha volte riportato scarsito) affluente del Fiume Potenza probabilmente prende il nome dal fatto che anticamente la zona era acquitrinosa con abbondante erba palustre " la Scarza". Le opere idrauliche, situate in epoca romana presso le prime abitazioni di Pioraco, erano dighe, che servivano a regolare il flusso delle acque. Esse formavano un lago che raggiungeva il Ponte d’Agolla (Capelaghi). Erano state eseguite per salvaguardare l’abitato di Pioraco. Il paese è immerso nell'appennino Umbro/Marchigiano ricco di boschi con un clima rigido in inverno e fresco in estate.
Vicino a Sefro, il casuale rinvenimento di un’antica miniera di ferro, nel 2009 per opera degli speleologi dell’ALVAP, riscopre l’ipotesi di frequentazioni fenice della valle dello Scarzito. Intorno al 700 a.C., i fenici si sarebbero avventurati nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano per approvvigionarsi di minerali ferrosi, chiamando la località “Sefer” (che in lingua semitica significa “iscrizione”, luogo nel quale si segnalava la miniera). L'origine di Sefro può risalire all'VIII secolo. Sefro si costituisce comune nel 1240, parte del distretto di Camerino. Sotto la signoria dei Varano venne costruito il castello, del quale rimangono alcuni resti. Sin dal 1423 i popolani di Sefro redigono i propri Statuti, sono attualmente conservati presso l'Archivio di Stato di Macerata. L'economia era costituita come le vallate attigue dalla pastorizia, dall'agricoltura e dal commercio di carbone. Oggi, oltre alle attività silvo-pastorali, ha nell'allevamento delle trote un ruolo di primaria importanza oltre all'attività turistica. Il comune è molto piccolo composto di poco più di 400 abitanti Sefro è composto oltre al capoluogo, anche delle frazioni di Sorti e Agolla. È situato a 502 m s.l.m. in una stretta valle attraversata dal fiume scarzito tra i monti Cesito (1.010 m), Linguaro (1.390 m) e Vermenone (1.364 m). Lo Scarzito (ha volte riportato scarsito) affluente del Fiume Potenza probabilmente prende il nome dal fatto che anticamente la zona era acquitrinosa con abbondante erba palustre " la Scarza". Le opere idrauliche, situate in epoca romana presso le prime abitazioni di Pioraco, erano dighe, che servivano a regolare il flusso delle acque. Esse formavano un lago che raggiungeva il Ponte d’Agolla (Capelaghi). Erano state eseguite per salvaguardare l’abitato di Pioraco. Il paese è immerso nell'appennino Umbro/Marchigiano ricco di boschi con un clima rigido in inverno e fresco in estate.
A Sifru la Patrona é la Maria SS Assunta.
Ruderi Rocca dei Da Varano.
Chiesa di Santo Albertino al di sopra di Sefro all'inizio della Valle dell'Eremita che arriva al Monte Vermenone. Santo Albertino da Montone era un'abate di Fonteavellana.
Madonna dei Calcinai.
Grotta del Beato Bernardo.
Agolla.